25 Aprile 2024
Tocqueville

La Tirannia della Maggioranza

Alexies de Toqueville nel 1835 pubblica il primo volume “Democrazia in America” , seguito nel 1840 dal secondo volume, in cui analizza la neonata democrazia degli Stati Uniti d’America, riscontrando diverse contraddizioni in seno ad essa.

«È nell’essenza stessa dei governi democratici che la supremazia della maggioranza sia assoluta, poiché, al di fuori della maggioranza, nelle democrazie, non vi è nulla che resista».

I temi trattati nel primo libro del primo volume sono le istituzioni (USA) il loro funzionamento e la vita politica, nel secondo libro l’influsso della democrazia sul movimento intellettuale e l’influsso della democrazia sul sentimento e sui costumi degli americani. Inoltre viene analizzato anche l’influsso delle idee e sentimenti democratici sulla società politica.

Uno degli aspetti più critici che notò Toqueville fu il livello di concentrazione del potere in tutte le istituzioni politiche, economiche, la stampa e di altro tipo. La maggioranza parlamentare aveva un influenza in tutti i settori della vita politica e sociale ,aveva un potere dominante su tutta la cosiddetta società civile, che era formata da un massa di individui isolati indaffarati ad ottenere principalmente il proprio benessere e a puntare al proprio singolo individuale interesse, tanto da non occuparsi del resto della società.

«Individualismo è un termine recente, originato da un’idea nuova. I nostri padri non conoscevano che l’egoismo. […] L’individualismo è un sentimento ponderato e tranquillo, che spinge ogni singolo cittadino ad appartarsi dalla massa dei suoi simili e a tenersi in disparte con la sua famiglia e i suoi amici; cosicché, dopo essersi creato una piccola società per proprio conto, abbandona volentieri la grande società a sé stessa».

Altro aspetto della società americana che colpì Toqueville fu la mancanza di discussione nell’opinione pubblica , dominata da un assoluto conformismo in cui non c’era spazio per voci differenti da quelle dalla maggioranza al potere.

Non c’era alcun spazio per le minoranze e tutti i poteri erano occupati da una maggioranza che di fatto esercitava una mite dittatura.

L’unico contrappeso a questa tirannia della Maggioranza era l’associazionismo, i singoli individui si organizzavano in gruppi di interesse per perseguire i propri interessi particolari coincidenti con gli altri individui della stessa categoria o gruppo. La società americana aveva una prolificazione di associazioni che Toqueville non aveva mai visto in Europa ed in particolare in Francia dove era lo Stato che tendeva a dare una risposta diretta alle richieste di categorie o gruppi sociali.

Mi hanno particolarmente colpito queste opere di Toqueville, che ho studiato nel corso di Storia della Filosofia Politica, per la validità delle analisi anche utilizzandole come strumenti interpretativi utili per analizzare la situazione attuale.

Cito di seguito un paio di estratti, pubblicati nelle sue opere risalenti tra il 1835 ed il 1840, che sembrano cogliere il processo destrutturante dell’individualismo schizofrenico di cui siamo ammalati ai giorni nostri.

Nella maggior parte delle operazioni dello spirito, l’americano calcola soltanto sullo sforzo individuale della propria ragione.

«Quanto all’azione che può esercitare l’intelligenza di un uomo su quella di un altro, essa è per forza ristrettissima in un paese in cui i cittadini, diventati pressoché pari, si vedono tutti molto da vicino, e, scorgendo in nessuno i segni di una grandezza e di una superiorità incontestabili, sono continuamente risospinti verso la loro stessa ragione come verso la sorgente più evidente e più prossima di verità. Distrutta non è quindi soltanto la fiducia in un uomo del genere, ma la possibilità stessa di credere a un uomo qualsiasi sulla parola.


Ciascuno si chiude, dunque strettamente in sé stesso e pretende, da qui, di giudicare il mondo.


L’uso invalso tra gli Americani di non cercare se non dentro di sé stessi la loro regola di giudizio crea altre abitudini nel loro spirito.


Siccome si accorgono di riuscire a risolvere senza aiuti le piccole difficoltà che la vita pratica presenta loro, facilmente ne deducono che tutto nel mondo può essere spiegato e nulla in esso supera i limiti dell’intelligenza».

L’indipendenza dei poteri tra potere esecutivo, legislativo e giudiziario ed il rispetto delle minoranze furono un elemento innovatore per scongiurare la tirannia della maggioranza, molte costituzioni infatti furono forgiate ed ispirate da questi principi , tra le più avanzate c’è la Costituzione Italiana. Purtroppo la nostra costituzione è disattesa nell’applicazione di molti dei sui principi e disattivata con sempre maggiore lacerazione negli ultimi quarantanni, dove il potere esecutivo (del governo) ha sovrastato quello legislativo (del parlamento) dove le decisioni vengono prese dal governo e non dal parlamento. La Corte Costituzionale che ha lo scopo di vigilare sul rispetto della costituzione viene di fatto determinata nella sua composizione dalla maggioranza. La legge elettorale ha avuto come conseguenza la concentrazione del potere che è stata ottenuta diminuendo il numero dei parlamentari e mettendo sia sbarramenti e premi di maggioranza; in questo modo si è anche eliminato il rispetto delle minoranze. Inoltre è dal Febbraio 2020 che si è ulteriormente dissoluto il potere del Parlamento concentrando totalmente nel governo tutti i poteri, sospendendo di fatto il funzionamento democratico sancito dalla Costituzione, ci si è appellati ad una legge che prevedeva uno stato di emergenza temporaneo, che oramai viene rinnovato senza soluzione di continuità da quasi 2 anni.

Uno degli elementi caratterizzanti che Toqueville vedeva nella Democrazia come forma di governo e che si sarebbe diffuso in tutta Europa , era la ricerca dell’Eguaglianza, prima ancora di quella della libertà.

Nello scenario attuale non solo la libertà è stata via via degradata ma anche l’eguaglianza, che è elemento strutturale con la Democrazia. A tale conferma si dispiega davanti a un periodo buio per quanto concerne la Democrazia, dove la diseguaglianza è tornata ai livelli di fine Settecento e il rispetto delle minoranze non è più un valore ne per i media ne per il potere.

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