28 Marzo 2024

Islanda: “Rivoluzione delle pentole”

Relazione sulla “Rivoluzione delle pentole” e sulle sue conseguenze in Islanda

Pubblichiamo la traduzione e adattamento dal testo scritto in inglese dagli umanisti Islandesi il 31 Agosto 2011.

 

Il nostro punto di vista:
[ …]vogliamo osservare le cose dal punto di vista della misura in cui il fallimento e la rivoluzione risultante influiscono sulla sensibilità delle persone in generale e sulla scena politica. Ci interessa cosa è successo alle persone in generale (se è successo qualcosa) e nel tema politico (se è successo qualcosa) e se ciò che può essere successo possa promuovere in termini politici la Democrazia Reale basata sui diritti umani a cui aspiriamo. Vogliamo inoltre cercare di vedere le cose non solo dal punto di vista islandese né in modo limitato, ma anche alla luce dell’obiettivo di una Nazione Umana Universale.

In termini generali riteniamo che quanto accaduto e sta accadendo in Islanda non sia nulla di speciale per l’Islanda, ma solo un riflesso dello stesso sviluppo sofferto in tutto il mondo, forse in tutti i Paesi, anche se può manifestarsi in modi diversi e con espressioni diverse secondo le differenze nelle culture e nei luoghi nel regno globale del capitalismo e della tirannia finanziaria.
Gli eventi:
In questa relazione non abbiamo l’intenzione di scrivere un lungo rapporto sul fallimento economico con dati finanziari e dettagli economici. Tuttavia riteniamo che sia importante citare gli eventi principali, in modo da dare un’immagine della situazione che ha portato alla tensione sociale e alla rivolta delle persone in Islanda a cui è stato dato il simbolo domestico delle pentole, poiché tali utensili, insieme ai barili di petrolio e ai tamburi, sono state le potenti armi di questa rivoluzione nonviolenta.

  • Negli ultimi tre decenni lo sviluppo politico in Islanda è stato simile a quello di altre società occidentali, nel senso che in molti punti del mondo è andato nella direzione di politiche neoliberiste che hanno abilmente portato il denaro e il potere nelle mani delle istituzioni finanziarie e dei loro fedeli guardiani politici, che hanno adattato le legislature in modo che soddisfacessero le richieste dei loro padroni.
  • Nel 2002 le principali banche statali sono state privatizzate e vendute/cedute a un prezzo per contanti ai buoni amici dei principali partiti politici, a quell’epoca Sjálfstæðisflokkurinn, il Partito dell’Indipendenza e Framsóknarflokkurinn, il Partito Progressista.
  • In 6 anni i nuovi proprietari hanno espanso le banche fino a farle diventare dodici volte le dimensioni del budget statale islandese.
  • Nell’ottobre 2008 la bolla è scoppiata con la conseguenza che tutte le principali banche in Islanda sono fallite (non c’erano banche importanti oltre a quelle tre) a seguito del fallimento di Lehmans brothers a New York.
  • Immediatamente il Governo ha deciso di garantire tutti i depositi bancari senza limiti. Questa mossa ha avuto il suo lato positivo per certi gruppi di persone come gli anziani e le persone normali che risparmiavano per il futuro, ma la legge ha garantito anche i depositi dei ricchi e dei ricchissimi, tra i quali c’erano molti che avevano contribuito al fallimento. In ogni caso, la maggior parte delle persone normali non aveva depositi in banca ma solo debiti.
  • Appena dopo il fallimento il governo ha chiesto ufficialmente aiuto al Fondo Monetario Internazionale.
  • La reazione della gente è stata forte e immediata e le persone hanno cominciato a riunirsi davanti al palazzo del Parlamento, picchiando pentole e padelle, gridando e facendo rumore.

Molto presto hanno preso forza tre richieste importanti:

  1. Il Governo doveva dimettersi.
  2. Il Direttore della Banca Centrale (David Oddson, primo ministro per oltre vent’anni che ha dato le dimissioni nel 2005 per assumere l’incarico) doveva essere licenziato.
  3. Le famiglie e le persone che avevano sofferto le conseguenze del fallimento delle banche non dovevano sopportare perdite a causa del fallimento, che invece doveva essere pagato dai banchieri e dagli speculatori finanziari responsabili del suo accadimento.

Oltre a questo c’è stata una forte richiesta di una nuova Costituzione che sostituisse quella esistente, basata fondamentalmente sulla vecchia Costituzione tramandata dal re danese al tempo della dominazione danese.

  • Il 23 gennaio, dopo proteste sempre più forti, sono state richieste elezioni anticipate. Alcuni giorni dopo, a causa delle forti proteste, Geir Haarde e l’intero Governo hanno dato le dimissioni.
  • Il 25 aprile hanno avuto luogo le elezioni generali da cui è nata una coalizione di governo formata dall’Alleanza Socialdemocratica (uno dei due partiti della vecchia coalizione di governo, di cui l’altro era il Partito dell’Indipendenza) e dal Movimento Verde di Sinistra, con a capo Jóhanna Sigurðardóttir, Presidente dell’Alleanza Socialdemocratica, come Primo Ministro.

Poco dopo la formazione del nuovo Governo il Direttore della Banca Centrale è stato licenziato e il suo ufficio è stato occupato da un banchiere norvegese, assunto fino a quando si sarebbe trovato un sostituto in Islanda.
Il nuovo Governo ha mantenuto la relazione con il FMI e ha accettato la sua guida su come avrebbe dovuto rispondere al fallimento economico. Non è stato fatto nulla di significativo per alleviare le conseguenze del fallimento per le famiglie e i singoli duramente colpiti che soffrono maggiormente a causa dei prestiti illegali delle banche e della perdita della corona islandese, con una forte inflazione e prestiti maggiori che molti di loro ricevevano in valuta estera.
Un grande problema nato dal fallimento delle banche era la richiesta di Gran Bretagna e Paesi Bassi che lo stato islandese garantisse i depositi nelle filiali di Landsbankinn (una delle principali banche) nei rispettivi paesi. Tali depositi derivavano da persone e istituzioni in quei paesi che hanno ceduto alla promessa di interessi altissimi pagati sui depositi (Icesave – conti di deposito fruttiferi) nei giorni di gloria prima del fallimento. Ora si aspettavano che il pubblico islandese pagasse tali promesse vuote di quella banca privata, quando questa era fallita. Si trattava di grandi importi corrispondenti a milioni di corone islandesi per ogni famiglia islandese.

Gli islandesi hanno rifiutato fermamente di accollarsi i “peccati” dei banchieri corrotti e oltre 40 mila firme di islandesi in rete hanno chiesto al Presidente Olafur Ragnar Grimsson di rifiutarsi di firmare una legge del Governo che accettasse tali richieste. Il Presidente non ha firmato la legge e secondo la Costituzione islandese significa che la legge deve essere sottoposta a referendum. Il 93% ha votato no. Il governo ha cercato nuovamente di stipulare un nuovo contratto con i britannici e gli olandesi e di proporre una nuova legge, ma la gente ha protestato di nuovo e il Presidente ha detto no, quindi la gente ha votato no a un referendum, rifiutandosi fermamente di pagare per gli errori delle banche.

  • Come si è detto prima, nella Rivoluzione delle pentole si chiedeva una nuova Costituzione, scritta dalla gente, per la gente. L’idea era che un congresso di cittadini scelti a caso dal Registro Nazionale avrebbe scritto tale Costituzione. Il nuovo governo prese in considerazione la richiesta, ma inserendola in un quadro in cui i politici avrebbero avuto l’ultima parola. Sono stati scelti 25 rappresentanti tra circa 500 candidati. Tutti i cittadini potevano presentarsi come candidati alle elezioni, ma di fatto gli eletti erano prevalentemente persone già note, viste spesso nei media o noti al pubblico per diversi motivi. La proposta di una nuova Costituzione è stata passata al Governo, ma finora tutte le richieste di sottoporla a referendum o di dare alle persone il potere di accettarla o rifiutarla sono state respinte. Il Parlamento deciderà cosa fare nei prossimi mesi.


 

Le attività:
Il motore più evidente della rivoluzione delle pentole è stato la protesta di massa nel primo mese dopo il fallimento delle banche, dove migliaia di persone hanno preso parte alle proteste, principalmente davanti al palazzo del Parlamento, con forza sempre maggiore, fino a quando il Governo ha ceduto e ha dato le dimissioni. È stata sempre nonviolenta, ma alla fine è diventata più forte, con l’accensione di fuochi e il lancio di uova, spazzatura e anche di sassi sul palazzo del Parlamento. Nessuno tuttavia è stato ferito gravemente e una volta, quando alcune persone hanno iniziato a lanciare sassi contro la polizia, molti fra i contestatori hanno creato un muro umano davanti alla polizia, affrontando gli altri contestatori per fermare il lancio di sassi, ma evidentemente a rischio di essere colpiti; tuttavia questa mossa coraggiosa ha funzionato e ha dato un forte tono di lotta pacifica e coraggiosa.

Nel processo successivo alla caduta del Governo e come pressione verso il nuovo Governo la protesta ha preso una forma diversa e si sono anche formati diversi gruppi che lottavano su argomenti particolari. Naturalmente non elenchiamo tutto, ma cerchiamo di citare i più importanti:

  • La più grande in assoluto è stata un’associazione formata per lottare per gli interessi delle famiglie duramente colpite, con oltre 5.000 persone ancora alla testa come gruppo di pressione verso il Governo, che ha più o meno respinto le loro richieste.
  • Riunioni organizzate nel cinema più grande e in altri luoghi a cui ministri e alti funzionari del Governo, dei sindacati e di altri enti influenti erano invitati a rispondere alle domande del pubblico. Nei primi mesi dopo il fallimento tali riunioni sono state strumentali, prima delle dimissioni del Governo, poiché erano trasmesse alla TV nazionale e avevano un forte impatto sul pubblico.
  • Gruppi di assistenza alle persone che stavano per perdere la casa, gruppi che si riunivano in difesa delle persone che le banche volevano sfrattare dalle loro case, “Heimavarnarliðið”, la Guardia della Casa. Oggi, mentre scriviamo, abbiamo avuto un esempio delle loro attività, dove Heimavarnarliðið ha ostacolato le autorità: vedi articolo del 31 agosto 2011.
  • Alcuni gruppi si riunivano intorno alle case dei banchieri e degli uomini d’affari considerati gli attori principali degli errori delle banche, chiedendo che pagassero per i danni causati; ci sono state visite simili alle case dei politici al potere prima del fallimento e considerati colpevoli di non avere fatto nulla per fermare il pericoloso sviluppo e per avere addirittura supportato fino alla fine i banchieri irresponsabili.
  • Alcuni gruppi hanno iniziato a cercare modelli economici e un sistema finanziario alternativi.
  • Si è creata un’organizzazione per promuovere la Democrazia Reale che ha avanzato proposte per molti cambiamenti democratici radicali al Comitato che stava scrivendo la nuova Costituzione, ma sono stati inclusi pochi dei cambiamenti proposti.
  • Si è creata un’organizzazione dal nome “Siðbót” o Moralità, che supporta attivamente i temi dei diritti umani e delle richieste delle persone.
  • Nell’estate 2009 si è creata un’organizzazione dal nome “Alþingi götunnar” o Parlamento della Strada. Questa organizzazione informale era costituita dalle organizzazioni di base più attive e dai gruppi politici della rivoluzione, tra cui il Partito Umanista. L’organizzazione ha organizzato una riunione davanti al Parlamento ogni sabato dall’autunno 2009 fino alla primavera 2010. Le riunioni avevano l’obiettivo di tenere alto lo spirito e c’erano sempre alcuni oratori che esprimevano i loro punti di vista, le richieste di cambiamento e le richieste della rivoluzione, principalmente per compensare le famiglie e i singoli che avevano sofferto del fallimento e per mantenere alta la lotta per rifiutare le richieste dei britannici e degli olandesi di pagare per gli errori di Landsbankinn, con lo slogan “No a Icesave”.

Il figlio politico della rivoluzione delle pentole
Un aspetto della rivoluzione della gente è stata la formazione del Movimento dei Cittadini, che ha presentato candidati alle elezioni dell’aprile 2009. Nel programma del movimento c’erano il sostegno alle richieste della rivoluzione per proteggere le persone dalle conseguenze del fallimento e la lotta per fare in modo che chi aveva sbagliato pagasse di tasca propria. I candidati sono stati eletti su queste basi e hanno dichiarato che quando le loro richieste fossero state accolte sarebbero stati pronti a lasciare la scena politica, perché non intendevano definirsi come partito politico stabile. Il movimento ha avuto quattro membri del Parlamento eletti. Più tardi uno di loro ha lasciato il Movimento dei Cittadini e si è unito al Movimento Verde di Sinistra. I tre parlamentari restanti sono entrati in conflitto con il Movimento dei Cittadini sulle questioni politiche nel Parlamento, e alla fine hanno lasciato il MC e hanno formato un nuovo partito chiamato semplicemente Il Movimento. Questa è la triste storia del figlio politico della rivoluzione delle pentole. Un motivo evidente è che il Movimento dei Cittadini era formato più o meno intorno a questioni e richieste specifiche (salvaguardare gli interessi di chi aveva più sofferto del fallimento) e non aveva un programma politico. I membri del MC avevano background politici e opinioni politiche diversi, anche se si erano uniti su temi specifici. Da qui il conflitto politico che ha portato alla separazione tra il MC e i suoi parlamentari eletti quando si è arrivati ai diversi temi politici trattati in Parlamento.

Partecipazione del Partito Umanista:
All’inizio della protesta della gente il Partito Umanista non ha partecipato formalmente. Abbiamo partecipato come singoli, ma anche così abbiamo cercato di dare una direzione alle richieste nel nostro modo. Avevamo uno slogan molto chiaro e semplice: “Mennska framtíð”, “Un futuro umano”. Questo striscione era presente a tutte le riunioni e spesso anche accompagnato dallo striscione del Partito Umanista. Lo slogan è diventato molto forte nella Rivoluzione delle pentole e si è notato molto come i mass media hanno utilizzato spesso immagini che mostravano questo slogan quando c’erano report o panoramiche su giornali e TV. Forse è stato uno slogan forte perché era positivo e puntava al futuro. Tutti gli altri slogan erano più o meno di denuncia del Governo o chiedevano misure specifiche per aiutare le persone che soffrivano del fallimento, dicendo no al FMI, no ad Icesave e così via, slogan importanti, ma meno sul futuro. Qui abbiamo un esempio di oggi, mentre scriviamo questa relazione, da un giornale nazionale importante, un’immagine con alcune notizie sul Primo ministro che si rifiuta di cancellare i prestiti dei più colpiti dal fallimento, l’altro cartello nella foto dice “Governo inutile” .

Dopo le dimissioni del Governo e nella formazione del Parlamento di Strada(PS), il Partito Umanista è apparso con il suo nome. Avevamo l’oratore principale nelle prime riunioni del PS che sottolineava l’importanza del fatto che la gente iniziasse a trovarsi e a comunicare su una società diversa dovunque, nelle scuole, nei quartieri e sui luoghi di lavoro e come la rivoluzione sarebbe dovuto arrivare dalla gente ed essere per la gente. Nelle riunioni successive avevamo il nostro striscione del PU e anche un grande cartellone di “Inglorious Basterds”, insieme ai dieci comandamenti del Dio denaro, entrambi “rubati” ai nostri amici del Partito Umanista in Spagna. Quei messaggi hanno molto attirato l’attenzione, in particolare tra i giovani.

 

Conclusioni:
Le persone hanno mostrato una notevole solidarietà con grande spirito d’insieme, gestiti per licenziare il governo e il direttore capo della Banca Centrale e si sono sollevate verso le istituzioni finanziarie, rifiutandosi di pagare i debiti delle banche corrotte. Il partito politico è stato creato sulle basi delle richieste della gente di compensazione delle perdite dovute al fallimento economico. Dall’altra parte, la “Rivoluzione delle pentole” non è stata radicale, non ha avanzato richieste radicali per una nuova società o un nuovo sistema economico.
Il nuovo governo era costituito dai partiti tradizionali, non aveva nessuna tendenza verso il cambiamento del sistema bancario e ha seguito ubbidiente le linee guida del FMI per ripristinare il vecchio sistema e fare in modo che il pubblico generale e i contribuenti portassero il fardello.
Al momento c’è molta stanchezza tra i più attivi nella rivoluzione e dopo il cambio di Governo, nel Parlamento della Strada e nelle attività dei diversi gruppi. Ora è passato il tempo in cui si poteva pubblicare un annuncio su Facebook, chiamando le persone a una riunione davanti al palazzo del Parlamento perché arriverebbero meno di venti persone. Quindi si è perso lo spirito e c’è la sensazione che le cose torneranno allo stesso vecchio schema. Tuttavia nel processo si sono sviluppati alcuni gruppi intorno ad alcuni temi costruttivi, come cercare un nuovo sistema finanziario, un’organizzazione che prepari le basi di una banca democratica. Possiamo dire che i giorni della “protesta” sono passati, almeno per il prossimo futuro, ma oggi diversi gruppi di base stanno cercando di trovare un terreno comune per alcune proposte costruttive per il futuro.

Dall’inizio di quest’anno il Partito Umanista ha riunioni mensili aperte su Umanesimo e Democrazia in Politica e temi come “Gli interessi sono un cancro economico?” e “La speculazione è terrorismo economico?”. La prossima riunione di settembre avrà come titolo “Prendiamo il potere dalle banche”.
Infine:
La domanda sulla sensibilità della gente e se il fallimento delle banche e la “rivoluzione” abbiano cambiato il modo in cui le persone si sentono o pensano è difficile. In superficie sembra non essere accaduto molto, mentre nei sondaggi i quattro principali partiti tradizionali sembrano avere un supporto simile a quello che avevano prima del fallimento. Il programma politico è lo stesso di prima e in questo preciso momento il Governo festeggia il fatto che il FMI ha terminato il suo compito e che tutte le sue proposte di tagli ai costi di welfare, educazione e sanità sono state soddisfatte ed è orgoglioso di avere “ripristinato il sistema finanziario” e di avere riacquistato fiducia per prendere a prestito denaro per lo Stato. D’altra parte nei sondaggi di opinione il 90% delle persone non ha fiducia nei politici e ciò che si può percepire è uno scontento comune, nonostante l’incredibile riluttanza delle persone a lasciare la vecchia impostazione e aprirsi a nuove alternative.
Quindi, ciò che è sorto non è una vera rivoluzione anche se siamo riusciti a far cadere il Governo, ma la gente ha sperimentato la sua forza, la fiducia generale nei confronti del sistema è fortemente diminuita e molte persone hanno compreso in modo più profondo la necessità di un vero cambiamento e della Democrazia Reale.

One thought on “Islanda: “Rivoluzione delle pentole”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: