15 Ottobre 2024

Gli economisti austriaci (La scuola economica austriaca)

DI ALAIN PARGUEZ

Su gentile concessione di democraziammt, il 1° Seminario MMT Italia.

 

La settimana scorsa ho avuto modo di parlare della stessa questione all’Ordine dei Gesuiti a Parigi, quindi parlando degli austriaci mi concentrerò su Hayek, Von Hayek, ma non quello della Teoria pura del capitale, di quello post 1948, il teorizzatore della Costituzione del diritto e dell’economia.

Nel 1948 Hayek scrive un’opera sulla teoria del mercato, appunto pubblicata nel 1988 dalla University of Chicago Press. Egli scrive:

E’ evidentemente impossibile dimostrare l’esistenza del mercato, i vantaggi della concorrenza; il semplice fatto di dubitarne o cercare di giustificarsi vuol dire negare l’esistenza del mercato come valore supremo. Il mercato è un atto di fede.

Questo è il motivo per cui Hayek entra in rotta con Friedman e con i liberisti americani; infatti questi ha detto no, non esiste prova tangibile dei vantaggi dell’esistenza del mercato. I mercato non riuscirà a garantire il benessere di tutti, ma solo il trionfo dei meritevoli. Da qui trae il concetto dell’Ordine Supremo, cfr. dall’opera del 1948 pg. 14, “contrariamente a quanto si possa credere io sono a favore di uno stato minimo, ma anche a favore di uno stato che sia un despota, uno stato che imporrà le leggi eterne dell’ordine ad un popolo ignorante”. In un libro del 1960, “La teoria generale della Costituzione”, Hayek è ancora in merito più specifico, infatti a pagina 28, 29 dice: “Odio il modello economico e sociale degli Stati Uniti perché da quando costituiti dai padri fondatori essi non hanno fatto altro che andare in declino”, e questo appunto a causa del potere massonico (lui odiava i massoni ed era un cattolico fanatico). Ed ancora, aggiunge in modo ancora più netto:

Qual è per me l’ideale di stato futuro? È quello che ho conosciuto in gioventù, ovvero la monarchia, ovvero l’Impero austro-ungarico in cui tutti obbedivano a tutti, bambini ai genitori, operai al padrone, il popolo alla nobiltà e la nobiltà al rappresentante di Dio in terra.

Quindi Hayek emigra in Inghilterra perché dopo la caduta della Monarchia, dato che apparteneva al partito fascista austriaco, viene espulso dall’Austria per approdare in Inghilterra.

Quale era la visione dell’Europa di Hayek? Quella fondata sulla Santa Alleanza del Congresso di Vienna. Per lui era una ideologia, un ordine, come intendeva Metternich, per annientare ogni forza progressista, sia questa di sindacati, partito socialista, diritti umani, diritti sociali, repubblica (…). Hayek dal 1960 nei tre volumi di 600 pagine della Costituzione della Teoria generale del diritto, giunge a una conclusione: non amava l’Europa, non ci credeva, non ravvedendo appunto affinità culturali e sociali fra un paese civilizzato come può essere la Francia o la Germania rispetto all’Italia, per esempio. Non credeva all’esistenza di un sentimento, di un sentire europeo (NDR: “e nemmeno io”, dice Parguez,”e posso essere attaccato su questo punto“), comunque, lo scopo di Hayek sarebbe stato raggiunto solo attraverso la distruzione dello Stato Moderno, questo Stato che proveniva dal Risorgimento. Hayek non amava gli italiani, non amava il protestantesimo, non amava i massoni, né la repubblica, quindi per lui bisognava assolutamente distruggere lo stato quale mezzo che consenta al popolo ed agli ignoranti di accedere al potere. Su questo punto è veramente molto esplicito e questo è anche il motivo per cui egli odiava anche lo stesso Milton Fredman.

E’ inutile spiegare, perché appunto nelle conclusioni di questo suo libro che è praticamente illeggibile (Teoria pura del capitale, 1941) Hayek dice:

C’è qualcuno che odio, perché questo qualcuno ha osato aggredire le fondamenta dell’ordine economico. Questo qualcuno, è Keynes. Egli ha osato proporre una società in cui è possibile l’abbondanza, sopprimendo gli elementi fondamentali di governo che sono appunto il vincolo, la scarsità e quindi il sacrificio”. Sempre a chiarire questo concetto, nel 1984 egli aggiunge in un altro libro Collected to says: “confesso di essermi rallegrato nel sapere della morte di Keynes, nemico dell’economia e della morale in quanto omosessuale.

Hayek aveva anche un altro sogno, quello di fondare questo Ordine; questo Ordine con la O maiuscola era la società ideale, società ideale sottoposta alle leggi eterne della ragione pura (era discepolo di Sant’Agostino). Come distruggere lo Stato? Distruggendo ogni possibilità, ogni mezzo di accesso da parte dello Stato alla moneta. Per permettere ciò occorre distruggere ogni forma di spesa pubblica e riportare lo Sato al rango di semplice azienda. Poiché lo Stato non serve a nulla tranne che ad eliminare i nemici dal mercato, bisogna assolutamente separare lo Stato dalla Moneta. Hayek ha anche avuto modo di dire: “mai ho incontrato persona più favorevole al lassez faire, che credeva così tanto alle virtù del mercato come Pinochet.

Paolo mi ha fatto una domanda, mi ha chiesto di parlarvi degli austriaci, ma parlarvi degli austriaci significa grosso modo parlarvi di Hayek perché nessuno oggi si ricorda degli altri come Von Mises o Von Wieser , anche loro straordinari.

Quindi per quale motivo dobbiamo parlare oggi degli austriaci e soprattutto di Hayek? Perché questi è molto popolare a due livelli: soprattutto a livello europeo e anche presso alcuni dei nostri amici della MMT. Come ho già avuto modo di dire rapidamente è ovvio che l’Unione Monetaria Europea è sicuramente il sogno di Hayek, e tutti gli economisti che sono artefici dell’origine di questa creazione, da Perroux a Rueff a Delors, tutti erano seguaci di Friedrich Hayek. Quindi che cosa è questa Unione Europea? Essa è esattamente il sogno di Metternich, un sistema finalizzato ad instaurare in modo dittatoriale l’ordine supremo, consistente nell’eliminazione totale di ogni forza che va contro il mercato, quindi spese di ordine sociale, educazione, ecc.. Come lo si può fare? Ancora una volta ripeto: annientando il potere dello Stato, quindi creando una Banca centrale che è totalmente indipendente e denazionalizzando la moneta. Infatti, nel suo ultimo libro del 1978, intitolato appunto “La denazionalizzazione della moneta”, egli spiega in modo esplicito che ciò porterà alla scomparsa dello Stato.

Mi ricordo che l’unica volta che lo incontrai fu quando fu invitato a Parigi nel 1978.

Concluse il suo intervento dicendoci: “voi, voi realizzerete il sogno della mia infanzia: la monarchia austro-ungarica” . Il che viene anche ripreso poi dall’Opus Dei, che ha un sito ed anche vari notiziari. In uno di questi, nel 1982, si dice che: lo Stato deve scomparire ed il mercato deve regnare soprattutto in quanto esso è opera divina. Contrariamente a quanto hanno fatto gli accademici economisti americani, Hayek ed i suoi discepoli hanno cominciato una vera crociata politica a favore delle élite reazionarie in Europa, per cui non si può pensare appunto che l’Unione Europea possa essere Keynesianizzata, o modificata, o cambiata, né si può pensare che la Chiesa cattolica possa esserlo, appunto.

Giunti a questo punto, vi parlerò dell’influenza degli austriaci su alcuni rappresentati della MMT. Sono popolari presso la classe dirigente francese perché appunto Hayek è colui che ha giustificato il potere assoluto monarchico e totalmente reazionario a nome della ragione, a nome dell’ordine economico, e perché Hayek mai ha abbandonato questo suo punto di vista. Per lui la politica deflattiva deve essere mantenuta per sempre e mai e poi mai si deve giungere alla piena occupazione. E’ un po’ quello che è successo quando è stato convertito l’Impero Romano al cattolicesimo.

Hayek non era contro il gold standard. E per quale motivo? Ciò era scritto nelle sue opere già nel 1948; lo scrive e poi lo riscrive anche nella Teoria della costituzione: “lo standard aureo non è mai stato un ostacolo alla crescita della spesa pubblica, mai un ostacolo per lo sviluppo dell’intervento statale”. Nel suo libro sulla “denazionalizzazione della moneta” aggiunge anche che bisogna fare un super gold standard in modo, appunto, che si paralizzi per sempre ogni possibilità che avrà lo Stato di svolgere una qualsiasi politica progressista.

 

Su gentile concessione di democraziammt
Fonte: democraziammt.info
Link: http://democraziammt.info/site/2012/05/24/gli-economisti-austriaci-1-seminario-mmt-italia/

4 thoughts on “Gli economisti austriaci (La scuola economica austriaca)

  1. LA RIFORMA FISCALE

    (Tassazione attuale complessiva lavoratore 88%)

    Irpef 23% – Inps 33% = 51% alla fonte
    Indirette 64,8% – Iva 22% = 71% sui consumi
    Canone, Bollo, Casa, Rifiuti, Tiket

    – RIFORMA ALIQUOTE IRPEF (Rigorosamente Progressive)

    Part time, Precari : <8k — Attuale 0% — Nuova <10k 0%
    Operai ———— : 8/15k -Attuale 23% – Nuova 15%
    Impiegati –——- : 15/18k Attuale 27% – Nuova 25%
    Impiegati di Liv.-: 28/55k Attuale 38% – Nuova 35%
    Quadro ———– : 55/75k Attuale 41% – Nuova 40%
    Dirigenti ——— : ^75k –Attuale 43% – Nuova 45%
    Profess. Imprend.: ^150k -Attuale 43% – Nuova 50%

    – RIFORMA INPS – CONTRIBUTO SUL REDDITO ATTUALE 33%

    1.Spesa toale Inps : 264 MLD
    2.Spesa Pensioni sociali/invalidità assistenza : 64 MLD
    3.Spesa differenza retributivo/contributivo : 70 MLD

    Se l'Inps coi tuoi soldi per la pensione contributiva, paga le pensioni sociali, invalidità, mobilità, maternità, vitalizi, pensioni d'oro, paga le pensioni retributive piuttosto che contributive, ed alla fine ti da una pensione da fame, nonostante il folle contributo Inps del 33% sul reddito che ti sequestra, il problema non è complesso ma semplicissimo.

    264 MLD di spesa totale

    1) Si separa l'assistenza dalla previdenza contributiva e la si sposta alla fiscalità -64 MLD (spesa assistenza)

    2) Si portano tutte le pensioni dal retributivo al contributivo
    -70 MLD (spesa differenza tra retributivo a contributivo)

    130 MLD la nuova spesa, taglio contributo Insp da 33% a 15% +18% di reddito netto

    3) Si crea una pensione di base fiscale per tutti, 1.000 Eu mese, per l'assistenza ed a compensazione del ricalcolo delle pensioni contributive. 180 MLD di Pensione di Base fiscale – 134 MLD (di taglio assistenza e retributivo) = 50 MLD (coperti dalla riforma fiscale operazione da oltre 400 MLD ( che tornano nelle tasche dei cittadini che tornano ai servizi, ai diritti sociali ed economici )

    Età pensionabile da 67 a 62 anni, 2 milioni di lavoratori che andranno in pensione

    – RIFORMA FISCALE PER LE IMPRESE –

    IMPOSTA UNICA SUL UTILE LORDO 15%

    COSA SUCCEDE SE TASSI UN IMPRESA AL 75% ?

    1) Aumento dei prezzi al consumo, +71%
    2) Riduzione dei salari
    3) Riduzione della qualità dei prodotti
    4) Riduzione della qualità e della SICUREZZA SUL LAVORO
    5) Licenziamento degli esuberi non strettamente necessari
    6) Sostituzione impiegati con manovalanza a basso costo
    7) Materie prime scadenti a basso costo
    8) Delocalizzazione e licenziamenti di massa
    9) Chiusure delle piccole attività a vantaggio delle grandi
    10) Fallimenti e aumento progressivo della disoccupaione
    11) Distruzione dell'economia, del gettito fiscale e dei servizi

    COSA SUCCEDE SE TAGLI LE TASSE AD UN IMPRESA AL 15% ?

    1).Riduzione dei prezzi al consumo, -50%
    2) Aumento dei salari
    3) Aumento della qualità dei prodotti
    4) Aumento della qualità e della SICUREZZA SUL LAVORO
    5) Nuove assunzioni
    6) Manovalanza di qualità e di eccellenza
    7) Materie prime di alta qualità
    8) Aumento delle produzioni estere in Italia
    9) Aperture nuove attività
    10) Successo aziendale ed imprenditoriale
    11) Abbattimento considerevole della disoccupazione 1%
    12) Sviluppo dell'economia, aumento considerevole del gettito fiscale e dei servizi

    – RIFORMA IVA

    NUOVA IMPOSTA SUL VALORE AGGIUNTO 10%

    (Tassazione complessiva lavoratore Attuale 88% Nuova 48%)

    -RIFORMA SCUOLA

    Obbligo scolastico a 16 e poi a 19 anni.
    2,5 milioni di giovani a scuola tolti dalla disoccupazione attuale.
    Biennio pre liceo/diploma obbligatorio per tutti con integrazione allo studio delle attitudini, delle aspettative, dell’indirizzo scolasti e/o lavorativo.

    -RIFORMA MILITARE E DELLA PROTEZIONE CIVILE

    Ripristino del servizio di Leva Militare/Civile, utile all’addestramento alla Difesa Militare, all’addestramento alla Protezione Civile, con la possibilità di ferma in un corpo di militari professionisti o ad un corpo di Protezione Civile fatta solo da professionisti. Tutti i congedati si metteranno a disposizione come volontari esperti per eventuali necessità.

    500mila giovani impegnati annualmente al servizio sottratti alla disoccupazione

    -DISOCCUPAZIONE

    Disoccupazione attuale 12 milioni
    Nuovi Pensionati 2 Milioni
    Nuovi Studenti 2,5 Milioni
    Giovani al servizio di Leva 500mila
    Disoccupazione al 1%, 600mila, in 6 anni

    Nuova disoccupazione 7 milioni

    Istituzione di un Reddito di Disoccupazione per 7 milioni di senza reddito
    500 Eu mese più eventuali spese di locazione o mutuo

    ECCO LE COPERTURE : Taglio complessivo tasse 400 MLD che tornano in tasca ai cittadini

    Spesa Pubblica attuale 835 MLD (senza disoccupazione senza pensione fiscale)

    1) Nuovo Gettito su 400 MLD di taglio tasse = 160 MLD
    2) Gettito su nuova occupazione 2 milioni di pensionati in più a 62 anni = 12 MLD
    3) Nuovo gettito su Pensione di Base Fiscale 27 MLD
    4) Nuovo gettito su Reddito di disoccupazione 20 MLD
    5) Nuovo gettito da recupero evasione fiscale = 78 MLD
    6) Recupero di parte degli sprechi della spesa pubblica = 73 MLD
    7) Deficit sul Pil del 3% = 56 MLD
    8) Diminuzione delle Tasse che lo Stato paga a se stesso sulla spesa pubblica, indirette ed iva sulle fatture dei fornitori, Irpef ed Inps sui dipendenti pubblici = 192 MLD di Eu, che portano la spesa pubblica da 835 MLD a 678 MLD senza tagliare alcun servizio.

    Spesa Pubblica Nuova 678 MLD (con Disoccupazione 500eu con Pensione fiscale 1.000eu)

    TOTALE COPERTURE 426 MLD (nuovo gettito totale 826 MLD) su una spesa pubblica ridotta dalle tasse a 678 MLD. Moneta Pubblica

  2. Dando per accettata una certa antipatia di fondo di Hayek, vorrei solo dire che ho letto e scansionato una copia integrale di “Denazionalizzazione della Moneta” ma non sono riuscito a trovare un riferimento tra questa e la scomparsa dello Stato. Una sua perdita di potere, si, ed è questo che si augura Hayek, ma scomparsa, no.

    1. Ciao Marco, ti ringrazio per la precisazione,ne approfitto per sapere se hai potuto approfondire anche i nostri estratti di “Oltre il Capitalismo Economia mista” e cosa ne pensi. grazie

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