19 Marzo 2024
Valerio Colombo - Chianciano La Sinistra. La Crisi. L'Alternativa.

Per la prima volta avremo sovranità popolare, cambiando ciò che crediamo…

Discorso di Valerio Colombo al Convegno di Chianciano “La Sinistra.La Crisi. L’alternativa.”, 11-12 Gennaio 2014

Innanzitutto a nome di BP voglio veramente ringraziare MPL per averci permesso di essere i co-promotori di questo convegno e vorrei anche sottolineare una cosa che sto percependo: oltre alla grande quantità di informazioni di punti di vista, di proposte che sono state fatte, si percepisce in questi giorni un’atmosfera veramente fraterna di confronto a volte anche abbastanza aspro nei contenuti ma con un tono emotivo veramente fraterno e penso che questo sia un elemento che se si vuole lanciare un progetto comune di trasformazione di questo paese aggregando altre forze sia davvero fondamentale!

Riprendendo il discorso in cui Diego Fusaro dice che occorre riportare la politica con la P maiuscola a riavere il predominio sull’economicismo e che solo in questo modo sarà possibile l’implementazione delle soluzioni politiche. Se non vi è il predominio della politica sull’economia come posso imporre delle soluzioni tecniche e politiche come quelle esposte ieri, molte delle quali sono verosimili, sono la vera soluzione; ma giustamente l’economista dice: io ti ho detto cosa ci sarebbe da fare ma come faccio a implementarlo se non c’è un movimento politico che mi appoggia?

Economicista nel senso che tutte le scelte politiche sono state fatte nel nome di un modello economico, quello ultraliberista, di cui l’unione europea è ormai il vessillo mondiale, da altre parti ci sono timidi tentativi di altro tipo ma l’UE è in questo momento il fulcro della religione neoliberista nel mondo – e che nel nome di tale modello si stanno di fatto calpestando tutte le conquiste sociali del secolo scorso e le costituzioni.

Arriviamo da un processo trentennale in cui è successo questo senza che di fatto quasi nessuno – a parte pochi, molti dei quali probabilmente sono qui – se ne rendesse o ne desse conto.

Oggettivamente le persone comuni non se ne sono rese conto: stanno sperimentando adesso nella loro vita questa situazione che loro chiamano “crisi” ma che è in realtà il frutto di un processo molto preciso.

Una crisi basata più su falsi convincimenti imposti attraverso un potente bombardamento mediatico che su cause naturali o perlomeno oggettive.

Non c’è stata né la peste né carestie, le fabbriche potenzialmente potrebbero produrre… il problema è la carenza di un mezzo di scambio convenzionale che dovrebbe far girare l’economia, che è il denaro.

Questa carenza sta producendo fame, impossibilità di curarsi, suicidi, umiliazioni di interi paesi. Parlando della Grecia o anche dell’Italia assistiamo all’umiliazione della storia culturale di Popoli che con la loro tradizione, con la loro “storia”, si ritrovano ad essere chiamati “PIGS”!

Sinceramente io non penso che rivendicare la dignità di una Nazione sia un discorso “nazionalista”.

Si tratta, a mio parere, di una vera e propria guerra che è combattuta per mezzo di psico bombe con cui bombardano le popolazioni convincendole che la distruzione dei loro diritti viene fatta per il loro bene… per proteggerli da loro stessi, dalla loro pigrizia, dalla corruzione che è insita in loro… tutto questo è operato per gli interessi proprio di quei pochi che sì che non lavorano… grazie alla non regolamentazione della speculazione internazionale, grazie al liberismo speculativo, del capitale che ormai si è liberato dal bisogno del lavoro perché ha trovato delle forme sociali che giustifichino il fatto che si autoreplichi senza dover produrre nulla – un vero assurdo storico. Viviamo in una situazione in cui si sono creati meccanismi di controllo del capitale, che vengono giustificati mediante il controllo mediatico – parlandone come di “naturali” di “inevitabili” di “There is no alternative” e a furia di ripetere queste “str… upidaggini” la gente ci crede. Di fatto ci troviamo con il problema di una popolazione che gli crede! Quando ci poniamo il problema di voler lanciare un progetto di sinistra dobbiamo tenere conto del fatto che purtroppo la gente è convinta delle sonore cagate che gli vengono raccontate tutti i giorni dai mass media: ci credono!

È come la goccia cinese: dopo un po’ si produce una destrutturazione della coscienza che porta a credere qualunque cosa.

I paradigmi del bombardamento sono quelli come lo stato minimo; la contrattazione individuale; la libertà intesa come la libertà del grande capitale di fare quello che gli pare.

Tutto questo viene visto come una realtà inevitabile.

Per dare una risposta a questa realtà apparentemente inevitabile durante la tavola rotonda di ieri sono emerse diverse visioni di nuovi modelli di società, di stampo socialista, ma io direi anche di stampo umanista che mi pare abbiano aspirazioni compatibili. Perché poi c’è il problema delle parole: il tema è di capire veramente cosa intendiamo con le parole che usiamo.

A mio parere è proprio questo il senso del “costruire un’uscita dall’euro a sinistra”: ci troviamo nel mezzo di una crisi che ha sicuramente bisogno di risposte inedite per poterne uscire.

Bottega Partigiana nasce a partire da questa esigenza per diventare uno strumento di aggregazione

Siamo esponenti di diversi mondi della galassia della sinistra italiana: marxisti, militanti della corrente MMT, sovranisti, post-keynesiani, umanisti.

Abbiamo iniziato a lavorare veramente poco tempo fa ma siamo già un gruppo piuttosto affiatato. Il primo atto è stato quello di scrivere – insieme – un documento con dei principi di azione. Abbiamo messo un documento su google drive e lo abbiamo scritto insieme fino ad arrivare a qualcosa che piaceva a tutti.

E poi un manifesto – e anche quello ci abbiamo messo un po’ ma siamo riusciti a scriverlo insieme lavorandoci finché non è piaciuto a tutti.

Cercando di mettere l’essenziale, quello che aiutasse a capire dove vogliamo andare. Vi dico solo il titolo perché poi il resto si può trovare sul sito: “la dignità umana non è in vendita” “i beni pubblici e i diritti non sono in vendita”.

Il frame è quello di ripristinare la sovranità costituzionale. Sono punti con cui penso che chiunque dei presenti è d’accordo. Però l’obiettivo non è quello di sottomettere gli altri a un manifesto quanto quello di proporre uno strumento di aggregazione in modo che ciascuno possa mantenere la sua identità.

Quindi per esempio la proposta di MPL a co-promuovere questo evento con lo stesso spirito è stato accolto con vero entusiasmo.

Ci è stato proposto anche di collaborare attivamente alla stesura della bozza di documento politico proprio per aiutare a renderlo il più comprensibile e anche il più essenziale possibile.

Leggendolo avrete osservato che è ridotto al minimo proprio perché l’obiettivo è quello di costruirlo insieme con le forze che ci staranno.

L’obiettivo è anche quello di trovare delle forme di comunicazione che permettano oltre alle forze già attive, strutturate, anche ad altri tipi di militanti: artisti, intellettuali e anche semplici cittadini che si riconoscono in alcuni punti comuni ma non in un’etichetta che non comprendono, che non fa parte della loro storia.

Per esempio: non è un caso il termine “bottega”. Io sono una partita iva, ma non mi sento un capitalista, sono più vicino a un proletario… arrivo da lì.

Oggettivamente quando un po’ di anni fa alcuni hanno detto che “occorre rilanciare la lotta operaia” … è vero che probabilmente si intendeva anche le partite iva precarizzate eccetera, ma le partite iva non lo capiscono questo.

Se si parla solo di lotta e classe operaia, è un’immagine escludente: occorre trovare delle forme che includano, perché non possiamo usare sempre i sottotitoli: “dico questo intendendo quest’altro” è un tema di linguaggio ma visto che la battaglia è combattuta nella testa delle persone con le psicobombe il linguaggio è importante.

“Partigiana” perché noi vogliamo fare una vera resistenza: pensiamo che oggi siamo in una guerra di occupazione e che occorre una resistenza, che va fatta proprio nella testa e a partire da ognuno: uno accende la televisione e dopo dieci minuti deve fare il partigiano per liberare se stesso.

E a volte chi ci sta intorno… mia madre è di sinistra ma a volte devo darle degli shock… “mamma guarda che tu sei di sinistra, cosa stai dicendo?”.

Dieci minuti di Ballarò e uno… è un’ipnosi collettiva. Bisogna aiutare a svegliarci dalle illusioni.

Intere generazioni sono state cresciute con menzogne. Io appartengo a una generazione che è stata ingannata fin dalla nascita. Che si è svegliata a trent’anni scoprendo che era tutto falso.

Non è facile da accettare…

Di vie concrete ne abbiamo tantissime. Ne approfitto per ringraziare gli economisti che hanno partecipato al convegno che hanno avuto il coraggio militante di sbilanciarsi ieri, penso che sia stato veramente interessante.

Rilancio il fatto dell’appoggiare l’idea di lavorare su questa bozza di documento politico trasformandola in un vero progetto politico, oltre a Bottega Partigiana anche il Partito Umanista è interessato a questo processo.

Ribadire anche il fatto che BP si propone come strumento di lavoro. Per esempio vorrei lanciare l’immagine di lavorare oltre al documento politico, con le forze che vorranno, anche a un documento di sintesi dei contenuti di questo convegno; le trascrizioni saranno lunghissime; propongo di studiare il convegno e fare un documento che costituisca una sorta di mappa cognitiva dei concetti espressi. Un lavoro di sintesi abbastanza impegnativo.

Finisco con una citazione filmica: a volte mi sembra di stare dentro “Mars Attacks!” quel film in cui ci sono gli alieni che arrivano dicendo “siamo amici” “non vi preoccupate” “veniamo in pace” e cominciano a disintegrare gli esseri umani facendoli esplodere.

E gli umani cercano di combatterli invano con le armi, con l’esercito, gli aerei. A un certo punto una signora anziana ascolta una musica un po’ nostalgica con la sua radio a valvole e l’alieno che stava per ucciderla esplode. Ed ecco che l’umanità si salva diffondendo questa musica nostalgica che fa sparire gli alieni. Una musica soave, gentile, che però trasforma questo incubo in nulla. E finisco con questa suggestione.

 

 

Parte 2 ( circa 15 esimo minuto de video)

Io vorrei iniziare questo mio II intervento con una cosa un po’ testimoniale: ho 42 anni e da 24 faccio politica faccio parte di una “vecchia generazione” e anche di questa “nuova generazione” che è stata fregata.

Già nell’89 90 la forza politica di cui faccio parte (il PU) vedeva molte delle cose che stanno succedendo, quindi è stato piuttosto frustrante questo ventennio per noi, perché succedevano delle cose e noi lì a dire “…guardate che la grande finanza speculativa sta facendo questo, questo e questo… arriveremo a una crisi di sistema… ci sarà un attacco ai diritti… “ e tutta la sinistra che avevamo intorno ci ignorava completamente trattandoci come una specie di elemento estraneo.

“ma voi umanisti chi siete? Siete una setta? O cosa?…”

Poi è successo quello che è successo e ci troviamo tra le macerie potendo dire che avevamo ragione, ma non è una grande soddisfazione.

Fortunatamente riconosciamo altri che probabilmente in questo percorso dicevano cose molto simili, anche loro inascoltati in questi ultimi vent’anni, e questo potrebbe sembrare un discorso pessimista ma per me non lo è perché così come in questi venti anni sono riusciti a distruggere completamente un paradigma e a cambiare la vita delle persone usando fondamentalmente tecniche di manipolazione mentale, perché di fatto la tecnica della “rana bollita” è questa. Non hanno usato i fucili.

Allo stesso modo, cambiando uno schema di pensiero, ma non solo, direi uno schema di tensioni, perché non si tratta solo del pensiero, il pensiero arriva fino a un certo punto e poi c’è la tensione, quello che a volte viene definito come la “pancia”, quello che mi fa paura. Faccio l’esempio dell’inflazione: la usano ogni volta che qualcuno prova a dire alcune cose con la minaccia della carriola di lire necessaria per comprare un gelato, oppure si tendono al punto di attaccare con una ferocia che nei talk show potrebbe essere anche giustificata, ma che quando uno poi parla con il vicino di casa riproduce la stessa ferocia: esce fuori una cosa “di tensione”, non solo un pensiero.

Allora io credo che se si riuscissero ad identificare i nodi di tutto questo e si riuscisse a diffonderli, spiegarli, snidarli e snodarli, le cose potrebbero cambiare abbastanza in fretta.

Nel senso che si potrebbe produrre una sorta di valanga sociale forse con forme diverse da quelle che ci immaginiamo classicamente.

Tendenzialmente all’inizio ci si aspetta la gente che scende in piazza, che è un aspetto – però una valanga sociale può avvenire anche in altri modi anche con una forma di cambio di punto di vista per cui alla fine la collettività smette di credere in certe cose e gli toglie potere. Perché poi alla fine il potere della sovranità è dato dal fatto che ci si crede. È uno schema di credenze. Se la maggioranza smettesse di credere in certe cose si potrebbe produrre molto rapidamente un cambio sociale, sicuramente con scontri conflittivi, ci saranno delle resistenze che se la maggioranza comincerà a credere altre cose saranno resistenze che potranno essere sconfitte.

Dico tutto questo perché ritengo che oggi sia molto importante concentrarsi su alcuni contenuti sia di tipo ideologico ma anche di tipo esistenziale che possano aiutare. Prima facevo l’esempio della mia generazione che vive un senso di ingiustizia, di tradimento, di assurdo.

Si è trovata a essere stata intortata col bipolarismo per trovarsi in una società bipolare nel senso psicanalitico del termine.

C’è bisogno di curare tutto questo. Il presidente della repubblica afferma che bisogna difendere il “bipolarismo”… perché?!?

Ci sono delle cose che sono incomprensibili! E non te lo dicono perché non c’è un motivo ragionevole.

Altre cose che sono successe… rispondendo all’affermazione di Francesca in cui diceva che ci sarà bisogno di un leader. Io credo che ci sarà bisogno di portavoci. Però è stata un’altra via facile che ci è stata raccontata negli ultimi venti anni quella che ci sia bisogno di trovare un leader prima di poter iniziare un processo. Ho visto tanti progetti partire intorno ad un leader che poi si sono fermati proprio perché c’era un leader, specie nella sinistra.

Io penso che prima bisogna mettersi molto d’accordo, costruire un gruppo, imparare a lavorare in gruppo… e a quel punto da quel gruppo potranno uscire dei portavoce che, sapendo lavorare in gruppo, potranno fare un’opera di leaderismo sociale. Meglio se più di uno. Penso che questa sarebbe una cosa molto interessante. Se la gente vedesse che c’è un gruppo di persone che propone certe cose e che sa lavorare in gruppo non per interessi personali ma perché è mossa da ideali, e questa è una cosa che passa dallo schema di tensioni – uno se ne accorge se si sta parlando per fare carriera o perché crede in qualcosa – passa attraverso canali umani. Ecco che ci può essere speranza!

Non è una critica a Francesca, perché anche io penso che a un certo punto ci sarà bisogno di riferimenti umani, persone… ma è molto importante capire come arrivare a ciò. Il leader troppo presto porta al “bipolarismo”…

Più che sceglierlo il leader è meglio costruirlo.

7.07

Si sta parlando dell’uscita dall’euro. La sinistra, la crisi, l’alternativa. E si sta parlando del tema della sovranità.

Io sono d’accordo sul fatto che l’Italia ha avuto dal dopoguerra una sovranità limitata: abbiamo le basi Nato, siamo comunque troppo importanti a livello geopolitico per essere lasciati a noi stessi e quindi siamo sempre stati orientati dai vari gruppi “Bildelberg &co. [Gladio]” Voglio dire che è evidente che nella politica italiana del periodo “costituzionale” – intendendo che oggi siamo in un periodo post-costituzionale nel senso che con questa storia della “costituzione materiale” tutta la prima parte della costituzione è vista come una sorta di “ma sì erano degli idealisti!”.

Anche quella prima fase “costituzionale” aveva la costituzione come “promessa”: c’è stata nel secondo dopoguerra finalmente la promessa della democrazia rappresentativa come trasferimento della sovranità ai popoli e come possibile applicazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

È stata tuttavia una promessa che non è stata mantenuta, quindi io non parlerei di ripristino della sovranità popolare, ma parlerei di attuazione per la prima volta della sovranità popolare, perché non c’è mai stata finora, è stata solo promessa.

Questa è una grande occasione: questa crisi, sia quella dell’Euro che quella sistemica più grande che dà l’inquadramento maggiore alla guerra dell’euro che è un fenomeno particolare e molto importante nell’evoluzione di un capitalismo / crisi che infatti come diceva ieri qualcuno rischia anche di trasformarsi in un nuovo medioevo feudale.

Detto questo i momenti di transizione sono occasioni per inserire degli elementi nuovi.

In particolare noi abbiamo una grande responsabilità che Greci e Spagnoli non hanno: noi viviamo in un paese che si trova ancora nelle condizioni – prendendo posizioni forti – di far saltare tutto il “capitalismo-casinò”.

Abbiamo una massa critica che può mandare in crisi non solo l’Unione Europea, ma tutto il sistema capitalista per come è costruito. Non solo europeo. Anche quello internazionale.

Per esempio costruendo un asse con i Brics.

L’Italia se veramente fosse mossa da un governo anticapitalista e per il popolo, anche quello italiano.

Io sono per la Nazione Umana Universale ma anche per il decentramento, quindi il concetto di Nazione esiste e va valorizzato come uno dei livelli importanti per la costruzione della Nazione Umana Universale.

Ecco che l’Italia ha la massa critica economica, in un mondo economicista, per lanciare un cambiamento a livello planetario.

Ci hanno dato la notizia di essere stati superati dalla Russia nella scala dei PIL… dalla Russia!

Nonostante tutto siamo ancora la nona potenza economica del mondo di cui non possono non tenere conto.

Per questo si accaniscono su di noi con i vari viceré post-berlusconiani per cercare di controllarci in ogni modo.

Questa è una responsabilità in più che abbiamo nel cercare di lanciare un progetto di cambiamento per la nostra nazione: il fatto che potrebbe avere delle conseguenze importantissime per i fratelli greci, per gli Spagnoli e i Portoghesi… ma anche per un processo INTERNAZIONALE!

One thought on “Per la prima volta avremo sovranità popolare, cambiando ciò che crediamo…

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